Ho circa 50 anni e soffro di nevrosi ossessivo-compulsiva da quasi 20 anni .Prendo farmaci serotoninegici (sertralina dai 100 ai 150 mg a seconda dei periodi) e lorazepam 2,5 mg per dormire). Sto discretamente in certi periodi in altri decisamente peggio..Ho effettuato anche psicoterapia ma non sono mai riuscito a capire che cosa cavolo significano le mie fissazioni e tutti quei gesti fatti e rifatti decine di volte. A volte, la sera mi trovo sfinito e se penso al giorno seguente. mi viene male.Mi può spiegare qualcosa?
Lei riferisce di aver fatto psicoterapia ma di non conoscere il significato dei suoi sintomi. Dal che deduco che non ha effettuato terapia psicoanalitica perchè , altrimenti, sarebbero emerse le cause profonde, inconsce, del suo disagio. Ora descriverò brevemente certe caratteristiche del disturbo- ossessivo compulsivo, in alcune delle quali lei può riconoscersi. La prima cosa che colpisce è la riduzione dell’ affettività, perché nell’ossessivo il pensiero si sostituisce agli atti e il soggetto, utilizzandolo come schermo,tende a si ritirarsi e a prendere le distanze nella relazione con i suoi simili. Egli manifesta un distanziamento dalla affettività, con forte riduzione della partecipazione emotiva e una tendenza all’impoverimento della sessualità. E’ presente invece un forte tropismo per i processi logici, a volte con caratteristiche di prolissità,sostenuti spesso da un linguaggio adeguato e da una memoria molto spiccata. Altre caratteristiche sono la meticolosità,la pulizia eccessiva, la parsimonia fino all’avarizia, la testardaggine, la tendenza ossessiva al collezionismo. La compulsione è un irruzione del dubbio nel pensiero che persiste malgrado tutti gli sforzi per sbarazzarsene e scompare solo con la sua realizzazione. Che si tratti di spengere o riaccendere tre volte la lampada prima di addormentarsi, di ripetere tale parola o il tal numero prima di attraversare la strada, di camminare solo sulle pietre dispari del selciato o ancora di toccare una certa categoria di oggetti al proprio passaggio, ci troviamo di fronte ad una serie di atti che hanno un valore quasi magico tipico del pensiero onnipotente infantile e la cui ripetizione costituisce un vero rito. Ovviamente il significato della sintomatologia deve essere affrontato attraverso le dinamiche psichiche riguardanti la soggettività, comunque, alla base, si trova in genere una regressione e una fissazione dell’io alla fase sadico- anale per problematiche connesse alla relazione con le figure di riferimento. Può essere importante effettuare quanto prima un lavoro psicoanalitico da cui sia preceduto o a cui sia affiancato un trattamento ipnotico: la terapia si preannuncia lunga ma dai risultati a volte sorprendenti.