Gentile dottore, le scrivo che sono le 4 del mattino, perché’ da quando ho cominciato a riprendere efexor 75 non riesco piu a dormire. Nel 2004 ebbi nel giro di un giorno 2 brutti attacchi di panico, così entrai in cura con uno psichiatra che mi dava 150 di efexor e 30 gocce di en. Non ricordo con esattezza come mi sentivo all’epoca con questa cura, ricordo solo che nel 2006 ebbi una forte crisi depressiva a causa della morte di mio nipote; così non riuscendo a contattare il mio psichiatra della A.s.l. Ne trovai un altro che mi cambio completamente la cura, dandomi daparox, lamictal E un altro farmaco che adesso non ricordo. Nel frattempo sono ingrassata di ben 30 kg. Nel 2010 cominciai a chiedere la riduzione dei farmaci, ma lo psichiatra non voleva saperne. Così nel 2011 comincio a scalarmi lentamente le dosi. A settembre avvio una dieta seguita dalla dietologa con ottimi risultati, a dicembre 2011 sospendo completamente tutti i farmaci. Fino a marzo e’ andata benino, poi piano piano ho ricominciato a non stare bene specialmente nel periodo premestruale, fino ad avere una bella crisi depressiva. Nel frattempo ho perso 32 kg. Lo Psichiatra di ora mi ha ridato efexor da 75 e mirtazapina 1/4. Il 2 giorno di cura l’ho chiamato per dirgli che la mattina ero completamente intontita e non ero in grado di lavorare (faccio la commercialista e ora ho bisogno di essere lucida piu che mai) lui mi ha risposto di togliere la Mirtazapina e prendere efexor la sera. Ora mi chiedo visto i disturbi che mi da quali nausea, insonnia, disturbi visivi, perche non mi ha fatto tornare a daparox e lamictal che avevo sospeso 7 mesi fa.????? Sono molto confusa!!!!!
Cara signora lei comprenderà benissimo come io non possa entrare in merito al tipo di farmaci che possa essere opportuno e idoneo nel suo caso senza conoscerla ed avere un contatto con lei. Quello che posso suggerirle è quanto mai sia opportuno introdurre nel trattamento una psicoterapia di tipo psicoanalitico unito ad un lavoro ipnoterapeutico da intraprendere, quanto prima, in modo da ridurre ed eventualmente eliminare il supporto farmacologico. Lo strumento psicoterapeutico è il più efficace nel permettere al paziente di affrontare le sue sofferenze, perchè l’essere umano va ascoltato a lungo ed in modo empatico,, prima di pensare di medicalizzare i sintomi. I sintomi sono espressione del disagio, una richiesta di aiuto che non può restare inevasa, è importante accoglierla comprenderla e non semplicemente sopprimerla con rimedi farmacologici. La saluto cordialmente. Antonio