Salve, sono un ragazzo di 19 anni di origini gitane. Se le può interessare il mio segno zodiacale è il cancro (anche se in tutta sincerità le dico che la cosa non mi influenza affatto, ogni tanto lo leggo per curiosità o ricerca di aggettivi nei quali spesso mi identifico.) Scoperta e consolidata nel tempo la mia omosessualità conducevo una vita tranquilla e spensierata, dispersa nell’agire quotidiano, nelle ambizioni future e nell’idealizzazzione di una vita perfetta, costituita da amore,, felicità, soldi. Successo ecc. Mi soffermavo sul lato estetico, superficiale della realtà che lascia trasparire ben poco di ciò che, secondo me c’è dietro e cioè la profondità, l’astratta spiritualità (intendo in termini non religiosi considerando la mia posizione agnostica), la saggezza, la consapevolezza, la tristezza profonda, l’angoscia profonda, la depressione profonda, l’umiltà. Tutte quelle forti capacità ed emozioni che se coltivate portano verso un’inevitabile conoscenza interiore di sé stessi a fronte delle innumerevoli domande fondamentali che ne derivano. Arrivato al liceo all’eta di 14 anni ho iniziato a fumare sigarette, conducendo uno stile di vita comunque tranquillio e gioiosio anche se devo ammettere che sono un soggetto abbastanza ipocondriaco e ossessivo per indole. All’età di 16 anni sono entrato in un giro di amici e trasportato dall’inconscia incoerenza, una sera ho fatto uso di erba o fumo (non ricordo) . Immediatamente sono entrato in un circolo di autoalimentazione di paura, incontrollabile disordine es esasperante agitazione con conseguente tachicardia elevata. (forte attacco di panico per la prima volta in assoluto) Passato del tempo e migliorata la situazione con doccia sono riuscito a tranquillizzarmi e dormire. Successivamente non mi sono più capitati espedienti simili per mesi fino a che in una stravagante serata di festa con amici improvvisamente e senza l’assunzione di sostanze stupefacenti, avverto un leggero sintomo di attacco di panico. Superata la momentanea situazione ho continuato la serata in maniera tranquilla e rilassata. Il giorno dopo nel mentre che leggevo un libro alquanto noioso. Mi sono crogiolato in pensieri e ricordi rientrando nel circolo vizioso di autoalimentazione di paura ecc. Passai 4/5 giorni di agitazione perenne durante i quali mi capitò un episodio che mi ha stavolto la spensieratezza e il benessere per oltre 2 anni. mi è capitato cioè, in una giornata di scuola di sentirmi improvvisamente come “bloccato nel mio corpo” “vedo Gli altri ma non vedo me stesso ” “sono al centro della mia vita” ” non ho la forza di mantenere questa improvvisa responsabilità estremamente conscia” Da tutto ciò è derivato un lungo periodo ( fino ai 18 anni) di perdita, depressione, apatia, reclusione interiore e ossessioni periodiche, confusione, agitazione, grandi interrogativi e completa alienazione dalla realtà Con conseguente ripiegamento in maniera negativa sul mio Sé interiore. A fronte di tutto ciò col passare del tempo, nel giro del mio 18esimo anno di vita sono riuscito, grazie all’esteriorizzazione delle mie turbe mentali e dei disagi psicologici con amici che sapevano di cosa stessi parlando, psicologa e un po’ di filosofia sono riuscito a sentirmi meno alieno alienato. Certe cose sono riuscito ad esorcizzarle cambiando il modo di vederle e questo mi ha portato verso una Maturazione interire di cui ero felice Nonostante l’inevitabile precedente scalata.. A seguire fu un intero anno di Riabilitazione di un equilibrio che via, via diveniva sempre più stabile. Mi sono concentrato sugli amici sugli affetti e sulla scuola. Passato l’anno scolastico ed esasperanti piccole situazioni di estrema metereopatia, sono riuscito ad arrivare a quella tanto attesa ed utopistica stabilità interiore. La mia domanda (finalmente) a fronte di tutti ciò è : Si può ritornare a percorrere tutto da capo? Quest’anno è iniziato alla grande ma.. Specialmente ora che è inverno in certi giorni mi concentro troppo sullo stato di coscienza verso il mio Sé interiore e il mio atteggiamento esteriore arrivando a creare una già descritta Separazione tra me e me. Come un rigurgito di un pasto pesante certi pensieri e sensazioni tornano a galla sotto un’aspetto leggermente diverso causato dal riconoscimento del fenomeno da cui deriva anche un’approccio diverso col fenomeno. Quindi mi domando se alcune cose che pensavo superate definitivamente, tornano perché invece di superarle definitivamente ed esorcizzarle le ho messe da parte e che quindi come fenomeni irrisolti ritornano e persistono perennemente a intervalli di tempo? (vista la mia tendenza ossessiva compulsiva) O siccome è stato un periodo di intensa emotività sentimentale, condizionamento metereopatico, forte stress e ansia generalizzata. il mio corpo, pressato da una serie di fattori ha reagito in tal modo perché probabilmente relaziona lo stress a questa condizione di perdita e disperazione? O semplicemente perché è un rigurgito anche normale e fisiologico di ciò che ho passato? Grazie mille per aver dedicato tutto questo tempo al mio caso. Sapendo comunque bene che attraverso un’approccio indiretto, definire certe cose risulterebbe, forse un po’ azzardato le chiedo comunque una risposta.. la saluto con affetto!
Salve, riprendo la sua frase perchè è la risposta adeguata a ciò che sta vivendo ” Quindi mi domando se alcune cose che pensavo superate definitivamente, tornano perché invece di superarle definitivamente ed esorcizzarle le ho messe da parte e che quindi come fenomeni irrisolti ritornano e persistono perennemente a intervalli di tempo”In altri termini , se l’inconscio non è stato ben ripulito attraverso una conoscenza profonda,i disturbi psicopatologici tendono a ripresentarsi in occasione di una situazione scatenante che riattiva la conflittualità psichica. Perciò solo un approfondimento della parte nascosta di sè potrà aiutarla a risolvere radicalmente le problematiche di cui mi parla. Un cordiale saluto Antonio