Buongiorno dottore, mi chiamo Marino, ho 25 anni, Sin da piccolo ho sempre avuto un carattere abbastanza ansioso, la notte avevo paura dei ladri, volevo sempre una lucina accesa, ricordo che mi giravo i capelli con le dita, arrivando addirittura a strapparmeli, ho avuto anche una fase dove mi lavavo spesso le mani prima di andare a dormire per paura che fossero sporche, ma nulla di limitante alla vita di tutti i giorni, sino quando All eta di 13 anni durante un viaggio All estero ho visto mio padre svenire, mi sono spaventato tantissimo (ho sempre visto mio padre come figura di riferimento, poiché di mia madre ho sempre avuto un po il timore), credevo fosse morto e sono svenuto anch io. Qualche tempo dopo, circa una annetto ho iniziato a sviluppare la fobia di entrare nei ristoranti o comunque nei luoghi affollati poiché temevo di poter svenire ancora, sono andato avanti per tutto il periodo del liceo con queste paure, limitando perciò la mia vita a non andare troppo lontano da casa, riuscendo comunque a condurre un esistenza piuttosto normale tra vacanze ecc, fino ai 19 anni quando, dopo essermi iscritto All università (quella più facilmente raggiungibile) ho affrontato un periodo di fortissimo stress con la mia ex ragazza, ho ricominciato ad avvertire difficoltà nello stare nei luoghi affollati e quel minimo di indipendenza che mi ero creato e venuto a crollare . Ho iniziato ad avere ansia persistente per tutto il giorno, ho fatto tre mesi davvero di inferno, non riuscivo a mangiare o a dormire senza chiedermi chi fossi, cosa stavo facendo, perché ero io ecc… Tutto pienamente consapevole, avevo il terrore di stare impazzendo, andai perciò da uno psicologo (faccia conto che sino a quel momento non sapevo nulla di cosa fossero ansia attacchi di panico ecc…) andai anche da uno psichiatra che mi prescrisse il seropram in gocce e mi confermo che non stavo assolutamente per impazzire ma che tutto era un sintomo dell ansia che avrei risolto grazie alla terapia psicologica. Effettivamente dopo neanche un anno di terapia ripresi in mano la mia vita e sparirono completamente tutti i sintomi ansiosi (tra i quali la derealizzazione: mi sembrava di non avvertire familiarità coi luoghi nonostante li conoscessi). Mi rimase solo uno strascico di pensieri che si concentravano sul come riuscissi a fare determinate cose (come guidare o mangiare ecc…). Circa un paio d anni dopo però verso i 23 ricominciai ad avvertire un po’ di ansia nel fare le cose è ripresi a preoccuparmi sino ad arrivare ad oggi, diciamo che ho una preoccupazione importante circa il futuro, ho cambiato psicologo e sto riaffrontando da circa sei mesi un nuovo percorso (quello attuale ha anche l aggiunta della terapia cognitivo comp) ho ricominciato a prendere coraggio e fare diverse cose, in seguito ad un ulteriore periodo di stress però ho ricominciato a sentirmi strano,prima la derealizzazione (quindi il sentimento di estraneità e poca familiarità coi luoghi che però so di conoscere bene) poi come se continuassi a chiedermi chi sono e il senso del mio “io” mi fosse quasi sconosciuto , ho paura che sono passati troppo anni per poter “guarire” da questa cosa, anche lo psichiatra mi disse che non si trattava di un disturbo ossessivo compulsivo(come leggendo su internet pensavo) bensì di una forte insicurezza, però ho paura che non sia così, ho paura di poter perdere il controllo completamente da un giorno All altro dopo tutti questi anni, secondo lei e possibile? Ho paura di andare incontro a una psicosi, amo tantissimo l arte la filosofia e letteratura e sono un tipo molto sensibile. Secondo lei devo ricorrere a farmaci o sono cose che si possono superare se rielaborate attraverso l analisi. In questi momenti poi ripenso al fatto di non aver viaggiato per niente durante la mia adolescenza (da bambino viaggiai moltissimo) proprio per la paura di svenire. E che ormai la mia mente si è abituata a questa cosa e non potrò più recuperare… Cosa ne pensa? Avrei bisogno di un suo parere. La ringrazio infinitamente
Salve Marino. una delle sensazioni della depersonalizzazione è riconoscersi estraneo a ricordi ed immagini del passato in quanto è presente una frattura della immagine identitaria che viene sostenuta dalla memoria,dato che l’identità, in altri termini, si fonda con la percezione della continuità temporale del nostro sé.Al di là della diagnosi di depersonalizzazione o disturbo fobico- ossessivo,quello che è opportuno effettuare è un profondo lavoro psicoterapeutico che sondi il suo inconscio fino dai primi anni del suo percorso esistenziale, trovando i conflitti sepolti e dipanandoli nell’ambito di un solido rapporto di fiducia supportato da una valida alleanza di lavoro con il/la terapeuta. Unire un trattamento ipnotico meditativo e regressivo le potrà essere di ulteriore aiuto. I farmaci , in questo momento, possono essere messi da parte. Un cordiale saluto. Antonio