Egregio sign Antonio Miscia,in passato, come tutti gli adolescenti ho avuto problemi familiari, forse un po’ seri e mi sono rivolta ad una psicologa. Per quelle poche volte che mia madre mi permetteva di andare abbiamo analizzato la mia situazione. Ma con il passare del tempo mi è ritornato un problema a me noto nell’età delle medie. A periodi alterni e molto distanti (andavo in quarto ginnasio) mi vengono questi pensieri filosofici, come li chiamo io (sarà depersonalizzazione?). Deve sapere però, che io sono un tipo molto filosofico, mi pongo domande sulla vita, sull’esistenza, sul governo, non a caso le mie lotte contro il muos che inviterei lei a dare un occhiata sulla faccenda. In questi periodi mi capita di sentirmi come distaccata da me, come se non riconoscessi quella che guardo allo specchio (ma non proprio, non è questa la sensazione), come se fosse distante da me. Mi pongo le domande: che scopo ha la nostra vita, perché questo corpo? c’è dell’altro? o è solo cervello che comanda il tutto? io mi trovo nel cervello? deve sapere che però a volte penso a queste cose e non avverto il distacco da me, e la sensazione di pericolo il cui apice dura poco, ma lo stato di tensione tanto. il tutto accompagnato da tachicardia e pensieri verso la morte e il pericolo di morire. Solo in certi periodi avverto questa maledetta sensazione. Come se non mi volessi bene. E ho notato che in questi periodo sento la necessità di un abbraccio da mia mamma, lei non lo fa mai e nemmeno mio padre,in più non è facile uscire da questi periodi in cui il distacco da me si fa sentire. a volte ho pensato di essere indemoniata grazie ai discorsi di mio padre… se non ha ben capito il tipo di sensazione me lo dica così lo rispiego. io sono convinta che non è depressione, la depressione non porta questo distacco Di solito ci faccio il callo, ma quando mi prendono queste cose, ho bisogno di uscire, di vedere le persone. il pensiero di tornare a casa mi assilla. Parlandone con la psicologa lei sostiene che sia depressione (A causa di un test fatto) e attacchi di panico. Ma se non fosse questo, e se fossi da curare in manicomio? e se morissi? Io adesso non ci vado più dalla psicologa, mia mamma me lo impedisce e si arrabbierebbe (non ci faccia caso, bigottismo). Sono sempre stata un tipo ipocondriaco, ansioso e non con tanta stima di me. In più il pensiero di morire mi ha sempre affascinata. A volte penso che vorrei essere una normale adolescente il cui unico pensiero è andare a ballare e uscire, e non il capitalismo, la rivoluzione, il muos e il distacco da se stessa. Le chiedo scusa per il disturbo ma se è possibile mi faccia sapere. buona giornata!
Cara ti vorrei suggerire come sia importante non tanto inquadrare i tuoi problemi da un punto di vista nosografico, cioè i dubbi ossessivi, lo stato ansioso depressivo o i problemi ipocondriaci ,quanto affidarsi ad una persona competente con cui ricostruire il tuo passato e ricevere quell’amore che ti è mancato e che sembra tu abbia davvero bisogno di ricevere. Il contatto affettuoso con gli amici naturalmente allevia i sintomi. Sei molto giovane, quindi in evoluzione, sarebbe però importante un contatto psicoterapeutico psicoanalitico per scavare all’interno del tuo sé.Ti saluto affettuosamente. Antonio