Salve dottore,ho 35 anni ed è come se ne avessi 100, sono madre divorziata di un quattordicenne ipercinetico che ha già avuto, ma superato, attacchi d’ansia provocati da un padre affettivamente instabile molto irascibile e poco equilibrato.Anche io ho avuto per circa 10 anni attacchi di panico ed ho grossi problemi di energie ad affrontare il quotidiano: ho solo un gran desiderio di dormire.Da circa 10 anni assumo psicofarmaci per bipolarità diagnosticata con depressione, sono ex dipendente affettiva penso spesso al desiderio di andare in coma per non esistere anche se non vorrei morire. So che è difficile rispondere ma mi chiedo se a questo punto, visto che gli psicofarmaci non fanno molto, devo rivolgermi ad uno psicoterapeuta che possa rivedere con attenzione i dolori che ho affrontato durante la mia infanzia, se ultimamente non mi sono rivolta ad uno di loro è perchè in passato ne ho già frequentati parecchi ed eccomi qui,completamente demotivata e con il solo desiderio di non essere mai nata; cordiali saluti.
Gentile signora è augurabile che, in qualsiasi tipo di problematica a livello psichico, la presenza di una farmacoterapia sia sempre accompagnata da un lavoro psicoterapeutico possibilmente di tipo analitico che sia in grado di scavare i recessi della psiche mettendo in luce le conflittualità in modo da scioglierle progressivamente . E ’assolutamente importante che questo processo si svolga in un ambito relazionale di piena fiducia nei confronti del terapeuta, la personalità del quale è determinante affinchè il percorso si svolga in modo evolutivo e che possano essere superate le resistenze che progressivamente emergono nel transfert attraverso una solida alleanza di lavoro. Molto utile può essere anche un lavoro ipnoterapeutico finalizzato a permetterle di conquistare spazi psichici ,associati alla trance, che le consentano di collocarsi nel ruolo di osservatrice di se stessa. La saluto cordialmente ricordandole che ogni problematica può essere affrontata se si procede in modo adeguato.Antonio