Le scrivo perchè mi sta succedendo qualcosa di anomalo per la mia età.Ormai suglia soglia dei sessanta da qualche mese ho cominciato ad accusare sintomi strani e fastidiosi tipo una strana ansia al mattino o un senso come di incertezza o di presentimento che qualcosa di brutto riguardante me o i miei familiari possa accadere. Se leggo il giornale arrivo anche a piangere quando leggo notizie di incidenti o di suicidi o di sofferenze riguardanti gli esseri umani.Ho notato anche che sono comparsi sintomi,non so come chiamarli, (ossessivi?),tipo stare attento che tutte le cose in casa siano sistemate in un certo modo, che quando saluto qualcuno venga salutato altrettanto cordialmente, che la mia auto sia parcheggiata con precisione e tanti altre manifestazioni che prima non avevo. Ma questo non dovrebbe essere il periodo della vita in cui dovrebbe prevalere la calma, la saggezza la soddisfazione per ciò che si è conquistato, il distacco sereno dagli affanni del mondo?
Caro signore,quello che lei scrive non mi sorprende affatto e, anzi, la sua lettera è molto utile per abbattere quella mitologia, non veritiera, per cui l´età della maturità più o meno avanzata è quella in cui i conflitti si appianano e nella quale esiste ormai una consapevolezza dei propri limiti.In questa fase della vita è voce comune che, essendo gli ardori e le esuberanze giovanili ormai sedate, il nostro psichismo è contrassegnato da una pacificazione e da una saggezza che lo strutturano durevolmente.Al contrario, direi che lo scorrere degli anni e l´età più o meno avanzata mettono a dura prova anche equilibri che sembravano consolidati. Infatti notiamo, a livello biologico, una riduzione progressiva delle istanze vitali e un radicarsi sempre più profondo degli istinti di morte,a livello sociale un venir meno delle ambizioni per una carriera che è ormai al termine, assistiamo ad una riduzione della spinta propulsiva che ci proveniva dall´occuparci di una prole in via formativa che, spesso, è ormai autosufficiente o, almeno, non psichicamente bisognosa del nostro apporto, quando non infastidita dalla nostra presenza. Non dimentichiamo l´eclisse parziale o totale delle esuberanze erotiche, e di un corpo che, invece di essere oggetto di attrazione. è diventato un oggetto di cui prendersi cura.Potrei continuare ma voglio concludere nel dirle che i suoi sintomi sembrano essere la conseguenza di un irrigidimento del super-io, cioè delle strutture di controllo: alla base vi sono le le motivazioni che ho citato, e magari altre, ma esse ovviamente vanno valutate nella loro soggettività e specificità che solo il contatto con una persona che se ne prenda cura potrà disvelare pienamente.