Buongiorno, sono un ragazzo di 30 anni in terapia da 4 anni. Da quando ero bambino ho sofferto di asma con ansia da separazione ogni qual volta mi allontanavo dalla figura materna. Ho sempre avuto questo rapporto molto simbiotico con mia madre, sensi di colpa nell’allontanarmi da lei che mi facevano sprofondare in umore depresso, pianti ecc. Mia madre è sempre stata una persona molto ansiosa, melaconica, che ha scaricato su di me le sue insoddisfazioni. Lei è una persona con un’enorme paura e colpevolizzazione, incapace di affrontare la rabbia. Oggi mi trovo a vivere con somatizzazioni praticamente in tutto il corpo, ma le più invalidanti sono:- Nello stomaco: una specie di puntura di spillo, una scossa, nel momento in cui incrocio lo sguardo con qualcuno, oppure qundo penso a qualcosa che può andare male (mancanza erezione per esempio), come se vivessi una situazione di paura catastrofica. – All’altezza dei bronchi, anche li una specie di scossa come se dovessi trattenere qualcosa, non espormi nel dire qualcosa, forse per paura della reazione degli altri. – Gioco a calcetto, e vivo il tutto con un’ansia anticipatoria per paura di non essere in grado a dimostrare il mio valore. Questo non mi permette di giocare competizioni, ma solo tra amici.Potrebbe aiutarmi a capire meglio? potrebbe essere rabbia/paura repressa? In merito alla rabbia repressa, sono cresciuto con lo stereotipo maschile di un padre iroso e di un fratello che utilizzavano la rabbia come un modo per minacciare, per mettere paura. La ringrazio per la sua professionalità. Buona giornata.
Sì, la motivazione che sta alla base di tutta la sintomatologia è rabbia repressa originariamente destinata alle figure di riferimento, che prende la via psichica dell’angoscia, ma più spesso viene somatizzata in modo multiforme nei vari distretti corporei. In casi come questi, al tradizionale lavoro psicoanalitico ho trovato molto utile affiancare un lavoro ipnoterapeutico, con tecnica classica, mirato sulla corporeità. Questo permette di desomatizzare l’ansia e di mentalizzarla. Continui la terapia se ha un buon accordo di lavoro con lo specialista, fintantochè i sintomi non siano scomparsi e non si sia consolidata una valida autostima attraverso un rinforzo dell’ Io. La saluto cordialmente. Antonio