Caro dottore, ho letto la sua risposta al giovane che soffriva di asma fin da piccolo, e che lamentava vari disturbi psicosomatici in cui mi sono pienamente rivista, ma vorrei parlarle del mio caso specifico. Comincio con il metterla al corrente delle parti della mia vita che funzionano Anche io sono giovane e fisicamente dotata, faccio una intensa attività fisica e anche i miei studi vanno discretamente. Cerco spesso di stare in mezzo alla gente, perché solo così mi sento apprezzata e perciò sono una che organizza, propone, cinema, teatro, cene tutto quello che mi serve per restare in casa il meno possibile. In famiglia le liti e le discussioni sono continue, per delle banalità assurde che mi vergogno perfino a raccontarle, anche se, ufficialmente per la gente tutto è perfetto, i miei non si sono mai fatti le corna e in pubblico vanno d’amore e d’accordo. Essendo figlia unica penso che tutto sia ricaduto su di me e devo averne risentito non poco. Quando mi trovo sola in casa sento una grande tristezza e comincio a pensare alle cose brutte, mi vien fuori un corteo di sintomi, dopo cena sento spesso nausea e la pancia mi si gonfia e mi fa male. Quando discuto con mia madre e mi succede spesso perché vuol mettere bocca in ogni cosa, come sono pettinata, come mi vesto, a che ora torno, quali amici frequento, non mi riesce di risponderle, vado in camera mia e sento che mi manca il respiro, “ora mi viene un infarto” mi dico, poi prendo delle gocce di Xanax e, piano piano, mi rilasso. Gli elettrocardiogrammi che ho fatto sono ovviamente negativi. Quando leggo dei problemi che possono capitare ai figli quando i genitori si separano, pensando alla mia situazione, mi viene da sorridere amaramente.. I miei non sono separati, per carità, quando sentono questa parola cominciano a sproloquiare.”si separano, comodo fare così bisogna pensare ai figli”. se non fosse tragico sarebbe anche da ridere…A volte quando sono a casa con loro, magari mentre guardo la televisione mi sembra di vederci doppio, mi ballano le palpebre e vedo come dei lampi. Ho anche fatto una visita oculistica e una risonanza magnetica al cervello ma è tutto negativo. Se le scrivo, èevidente che una parte di me pensa che sia tutto un fatto di testa ma quando arrivano i sintomi mi prende una paura terribile e non ragiono più. Mi dica qualcosa, la prego cosa posso fare? S.F.
La sua lettera mi dà la possibilità di mettere a punto una questione molto dibattuta: il fatto che i genitori stiano insieme o siano separati, che siano biologici o adottivi, che siano omo o eterosessuali , non è assolutamente un indice prognostico del benessere psichico futuro dei figli. Determinante,infatti, non è la situazione strutturale della famiglia nel senso della ortodossia relazionale ma sono importanti unicamente le valenze affettive, che il figlio, cioè, possa essere accettato e ricevere amore, che è il sentimento fondante della sua serenità e sicurezza, del suo equilibrio, della solidità del suo carattere e della sua personalità. Detto questo,il disagio psichico derivante da una relazione inidonea o fuorviante con le figure di riferimento può esprimersi in vari modi, cioè in tutte le varianti psicopatogiche che non è necessario elencare ora.. Nel suo caso, la giovane età e la negatività dei vari accertamenti, orientano, come lei stessa ha intuito, verso una ricaduta, sul versante somatico, dei suoi conflitti endogeni stratificatisi nel tempo, nel senso che il disturbo emergente non tende a presentarsi con espressività puramente psicogena ma somatica, creando appunto un disagio psicosomatico funzionale.Nel suo caso sembra esistere,però, anche una sintomatologia velatamente ipocondriaca. La problematica può essere affrontata in modo congruo con un trattamento ipnotico che ha, come ho già scritto in un’altra lettera, la funzione di desomatizzare il sintomo e di mentalizzarlo, creando uno spazio psichico che permette all’ansia di venire elaborata dall’io prima di scaricarsi sul soma, diventando così una angoscia consapevole e non muta come precipitato del terrore della malattia. Un ulteriore rinforzo e ampliamento dell’io può venire da un eventuale successivo lavoro psicoanalitico che abbia la funzione di focalizzare le dinamiche inconsce ed elaborarle nel tranfert.