Caro dottore sono un giovane di circa 28 anni, perennemente irrequieto. Figlio unico di una famiglia agiata mio padre è stato sempre poco presente con me sempre in giro per lavoro. Credo che mia madre non si sia mai sentita realizzata non avendo un proprio lavoro, il suo scopo principale era occuparsi di questo figlio e, francamente, ho sempre sentito il suo fiato sul collo. Per lei tutto quello che facevo era pericoloso e quando gli altri bambini giocavano tranquillamente io ero sempre sotto il suo sguardo ansioso,credo che questo mi abbia condizionato non poco. A 23 anni ho fatto un Erasmus a Berlino e la mia vita è completamente cambiata sono arrivato tutto pisserino, perbenino e a contatto con quella realtà ne sono uscito dopo 6 mesi con i capelli biondi , l’orecchino. Là una vita completamente sregolata , senza orari, a tirar tardi ogni giorno, spesso spinellato, ho tirato fuori tutta la rabbia che avevo dentro, mi sono messo anche nei casini, niente di grosso. Però rapporti sessuali a ripetizione anche con ragazze che francamente non mi piacevano.Ma con le ragazze là ho avuto anche esperienze indimenticabili. Sono rientrato e a contatto con il mondo originale mi sentivo male, ero angosciato, depresso mi sono fidanzato ma è stato un incubo. Lei era una brava ragazza ero io che non andavo ,la tormentavo con la mia gelosia e mi sembrava di essere incastrato ingabbiato come se la mia vita non avesse più senso Ho dovuto lasciarla dopo qualche mese,altrimenti sarei andato fuori di testa. Nel frattempo mi sono laureato e ho trovato un buon lavoro.Il mio problema attuale è che non riesco a stare fermo, sono sempre a giro appena mi trovo ad avere qualche giorno libero. In questi anni ho preso l’aereo ogni volta che ho potuto, Europa Stati Uniti India Cina tutto pur di non restare qua Mi sento libero come qua non mi son mai sentito. Però, nei momenti di riflessione e di pausa, sento di non voler continuare così tutta la vita, che è diventata una schiavitù anche questa e voglio risolvere questo problema lei cosa ne pensa?
Lei ha fatto già una buona correlazione psichica tra il bambino bloccato del passato e l’adulto reattivo costantemente in fuga , potremmo dire che lei è passato da una situazione claustrofobica , di chiusura ed oppressione ad una dromofila coatta cioè un bisogno di fuggire reattivo. E’ possibile ipotizzare che in lei si attivino questi meccanismi di allontanamento coatto per un pericolo persecutorio e depressivo che può essere rappresentato originariamente dalla figura materna vissuta in modo oppressivo, ambivalente e anche incestuosa la cui imago lei ha spostato sulla sua compagna e, simbolicamente, sul luogo in cui è nato e vissuto; tra l’altro, nella sua lettera, lei non fa il minimo cenno ala figura paterna e questo ne fa intravedere la inconsistenza circa la possibilità di aver potuto contare su stabili identificazioni maschili. Il viaggiare è perciò una necessità per trovare luoghi e compagne che non siano associabili al vissuto relativo alla madre originaria. Andarsene cioè significa “esogamia” cioè recarsi in un luogo dove le angosce persecutorie, depressive e il tabù dell’incesto non abbiano voce e forza. L’esperienza da lei citata riguardo ai suoi 23 anni le mostra quanta repressione e precarietà identificativa aleggiasse alloram più o meno profondamente, dentro di lei.In questi casi in presenza di una buona disponibilità può essere opportuno effettuare un profondo lavoro psicodinamico di tipo psicoanalitico che le permetta di introiettare attraverso il transfert immagini femminili bonificate e maschili presenti ed incisive. Una solida alleanza di lavoro sarà inoltre necessaria affinchè il quadro psichico possa evolvere verso modalità esistenziali soddisfacenti derivanti da una vitalità ed un piacere di un percorso vitale stabile e consolidato.