Caro dottore , ho letto la sua lunga risposta al signore di 56 anni sul tema della felicità esistenziale e vorrei che lei mi chiarisse degli interrogativi. Anche io sono più o meno un coetaneo e ho letto recentemente una ricerca valutativa sul benessere che sarebbe proprio di chi appartiene a questa fascia di età in quanto periodo della vita in cui i principali compiti sono stati assolti, in cui la dimensione lavorativa è ormai un problema archiviato, nella quale , in sintesi si raggiungerebbe quella serenità che invece quando siamo più giovani è inquinata appunto da questo tipo di disagi quali angosce lavorative crescita dei figli , problemi economici e quanto altro . Ora , le devo dire che non è quanto riscontro in me stesso . Se è vero che non percepisco più le ansie e i momenti di scoraggiamento di quando ero più giovane, devo però rilevare che la vita si è fatta come piatta, senza entusiasmi e che il tempo trascorre così senza dolore e senza piacere, anzi notando spesso un decadimento progressivo e intravedendo a volte sullo sfondo la fine del percorso. Allora mi chiedo se sia depresso e ho bisogno di terapia io oppure se questo è quello che si intende per serenità, cioè una vita in grigio senza colori accesi, senza grandi turbamenti ma anche senza piaceri evidenti. La saluto e la ringrazio se vorrà rispondermi.