Tics e balbuzie sono ambedue sintomi che rientrano tra le nevrosi di conversione pregenitale. Il sintomo del balbettare è il risultato del conflitto tra tendenze antagoniste: la persona mostra che vuole dire qualcosa ma le istanze censorie glielo impediscono. Se questo si verifica in relazione a determinati stimoli, si può risalire al significato inconscio conflittuale di quel tipo di contenuto. Il parlare è vissuto inconsciamente come carico di significato aggressivo verso chi ascolta, una tendenza ostile volta a distruggere l’oppositore tramite la parola, e questo si verifica frequentemente nei riguardi di individui illustri o autorevoli o di fronte a gruppi di persone contrassegnati da valenze giudicanti.E’ quindi lo stesso meccanismo che può innescare un lapsus verbale o una dimenticanza. Nei casi gravi di balbuzie è la funzione stessa della parola ad avere un significato riprovevole. Piuttosto che soffermarci sui complessi significati regressivi del parlare del balbuziente, concernenti impulsi orali, anali e fallici è opportuno segnalare come la balbuzie sia collegata alla repressione di impulsi esibizionistici e questo la avvicina ad altre nevrosi costruite sulla base di esibizionismo represso come l’eritrofobia, la paura degli esami, l’angoscia da palcoscenico, le fobie sociali.Un attore, colpito dal timore del pubblico,può non solo dimenticare la sua parte ma anche cominciare a balbettare. Quanto è stato detto circa la componente esibizionistica del balbettare vale anche per il tic. Esistono forme più o meno gravi ,perchè si trovano in quadri clinici che vanno dalla isteria di conversione alla nevrosi coatta fino alla catatonia. Anche essi rappresentano contemporaneamente l’espressione di un affetto (eccitazione sessuale, rabbia, angoscia, rammarico, trionfo, imbarazzo) e la repressione del moto affettivo stesso. La struttura personologica alla base dei tics, come quella della balbuzie,è decisamente narcisistica. Vi sono gravi forme di tic multiplo (maladie des tics) in cui si hanno sintomi come tossire sputare, ammiccare, uso di linguaggio osceno. Un caso molto interessante di tic, riportato da Kulovesi,risultò essere determinato da una esperienza della scena capitale( accoppiamento dei genitori) durante la prima infanzia. Nell’eccitamento provato in questa esperienza, il piccolo, terrorizzato, soppresse certi impulsi motori, particolarmente l’impulso a gridare e piangere, e le emozioni allora frenate si espressero sotto forma di un tic. Nel caso del suo fidanzato mi chiedo perché non sia stato lui a scrivermi personalmente, comunque le dico che il lavoro psicoanalitico, in presenza di una disponibilità di lui, dato l’orientamento caratteriale narcisistico, incontra non poche difficoltà, e la prognosi del disturbo psichico sarà tanto più favorevole quanto maggiore è il coefficiente di isterizzazione e minore quello di coazione della sindrome. Nel caso si sviluppi un buon transfert, una analisi ben condotta può raggiungere risultati terapeutici positivi.