Parliamo spesso di timidezza come se la natura non avesse dato alla persona tutto il patrimonio genetico .Vedo scritto da tutte le parti che studi fatti dalla neurobiologia parlano di collegamenti di sinapsi o quantità basse o troppo alte di dopamina , serotonina ecc..Ma io dico che se in tutto il mondo ci fossero stati più timidi e persone con più empatia probabilmente non avremmo dovuto curare i danni fatti a queste persone.Concludo dicendo che le persone non nascono timide e con problemi da curare ma nascono con una intelligenza e sensibilità che va ben oltre la media .Chiaramente ci sono delle problematiche di adattamento ad un mondo meno sensibile e intelligente. Sbaglio qualcosa?Cordialità
Le psicologie dell’adattamento”, cognitivismo e comportamentismo, non valutano il sintomo nel senso etimologico come “segnale”di un conflitto e quindi come elemento guida che sollecita ad una indagine, ma come un errore di adattamento, “poor adaptation”. Tutta la terapia deve essere perciò indirizzata all’ adattamento del soggetto ad un codice che vede come patologico l’individuo “self centred” cioè occupato della propria interiorità invece che dedito al sociale e allo sviluppo relazionale , introverso , che si rifiuta di esporre il suo privato e renderlo pubblico:egli è in fondo un soggetto meno trasparente anche dal punto di vista del potere che vuole soggetti prontamente collaborativi e perciò più controllabili e prevedibili nei loro comportamenti. stessi. La timidezza , come sintomo, è l’esempio forse più lampante di quanto detto. La psicoanalisi , invece ,non persegue l’omologazione dell’individuo al sociale ma cerca di dare un linguaggio ai sintomi gettando una luce sul loro significato in relazione alla storia del soggetto, esplorando l’inconscio della persona , riducendo o eliminando la conflittualità ed innescando un processo evolutivo che potrà essere un faro di orientamento nel percorso esistenziale. Sono d’accordo con lei nel valutare la decisività del influenza ambientale nel determinismo del disagio e della sofferenza psichica ma non dimentichi che dietro la caccia al gene malato c’è un profondo indotto farmacologico con fatturati da capogiro e quindi un potentato economico che crea ogni giorno sindromi psichiche nuove legate alla espressività genica e del tutto indifferente al fatto che la persona, nei suoi bisogni psichici profondi, è un essere umano che va ascoltato e compreso profondamente nel suo essere nel mondo.