Buonasera dott. Miscia, leggendo sui suoi scritti riguardo ai disturbi di personalità dell’area borderline ho letto che i pazienti dell’area borderline hanno una valenza regressiva importante, cioè cosa intende? che regrediscono in corso di psicoterapia??? glielo chiedo perchè io sono in terapia da 3 anni circa, il primo anno sono progredita ed ho idealizzato il terapeuta, poi negli ultimi 2 anni una continua regressione fino al punto di voler abbandonare per quanto sto male..al punto che forse invece di cambiare in positivo mi sembra di essere evoluta in una casella diagnostica più grave(psicosi)! volevo chiederle sommariamente(perchè x valutazioni affidabili mi rendo conto ci voglia un contatto diverso da questo)se queste regressioni sono nella norma, insomma se fa più o meno parte del processo oppure non sono adatta alla psicoterapia.. il mio terapeuta di certo non mi obbliga a restare però in maniera implicita è come se lo facesse.. io ad un certo punto inizio a dubitare sia dell’entità del mio problema che del lavoro terapeutico..e un altro dubbio che mi sovviene è questo: se il terapeuta si rende conto che un paziente non può progredire quale dovrebbe essere il suo comportamento? lo deve capire il paziente se deve lasciare il percorso oppure tocca al terapeuta mettere i cosiddetti puntini sulle i??? la saluto grazie
Salve, certamente una regressione nel rapporto di transfert può essere, se adeguatamente gestito, un segno favorevole per progettare il proprio sè verso una importante evoluzione perchè comporta una riprogrammazione delle immagini e fantasie interne con possibilità di accentuare la valenza degli introietti positivi e la proiezione di quelli negativi.Il suo problema attuale è come gestire il transfert negativo nei confronti del terapeuta,( velato da idealizzazione nei primi tempi) individuarne l’origine ed elaborarlo.Non mi sembra che lei stia scivolando nella psicosi perchè non sembra essere questa la sua struttura psichica di base. In linea generale è opportuno che sia il cliente ad abbandonare il rapporto e non il terapeuta, per svariati motivi, anche se possono esservi eccezioni assolutamente legittime. La saluto cordialmente. Antonio