Gentile dottore sono un uomo che ha passato i sessanta da un pò ,che spesso si trova a rimuginare sui problemi della psiche, ma non so mai darmi delle risposte riguardo a come mi senta o a come stia. il mio umore è molto variabile durante la giornata, al mattino ho una ansia marcata che si attenua con lo svolgersi della giornata per poi riaffacciarsi di tanto in tanto. Mi sembra di essere vulnerabile di fronte a tutto, anche una lettera o una raccomandata e qualsiasi notizia. Sono diventato come impaurito dalla vita e non mi ci riconosco tanto in questo carattere, io che ho pensato sempre al vivere come una sfida , a spostare l’asticella sempre più in alto. Questo mio cambiamento si è verificato progressivamente con il passare degli anni, i figli sono diventati grandi ed hanno la loro famiglia ed io sono rimasto solo con mia moglie e sento un gran senso di solitudine diciamo così, a due. A questo punto vorrei fare qualcosa per me, anche se non so bene cosa, forse avrei bisogno di un appoggio psicologico per capire e per togliermi queste paure e questo senso di solitudine, potendo contare su un umore più stabile durante la giornata, lei cosa mi consiglia?
In questa lettera, purtroppo ,non vi sono riferimenti specifici alla sua soggettività al di là della descrizione, peraltro accurata , della situazione del momento, per cui la mia risposta avrà connotazioni più generali. Come ho scritto in risposta ad altre lettere nella parte finale del nostro percorso esistenziale si affacciano, sempre più prepotenti le ansie di morte che prendono la forma cosciente di angosce di solitudine , di abbandono, di vuoto, le quali, , magari, durante il percorso esistenziale avevano fatto sentire la loro voce in modo soffuso in quanto sopraffatte dalla vitalità, dalla spinta biologica, dall’accesso a numerose esperienze che il momento ci consentiva di fare, dal fatto che la vita fosse spalancata davanti a noi nell’offrirci numerose possibilità. Ovviamente, con il passare del tempo, tutto questo si riduce progressivamente, le novità sono sempre più ridotte , come pure le possibilità e la vita si incammina su dei binari che hanno come termine la fine del nostro percorso esistenziale. La morte è lo scacco alla nostra onnipotenza, al nostro narcisismo e l’implosione di ogni senso, anche se siamo sorretti ,in questo, da una fede in una vita migliore nell’aldilà o da religiosità laiche come la previsione di crescita, progettualità o il futuro benessere dei figli. Può esercitare una attrazione importante anche o la filosofia del carpe diem che porta con sé la speranza che ogni giorno potrà riservarci qualcosa di piacevole ed inaspettato ma credo che il vivere giorno per giorno già presupponga di avere dentro di sé una entità benevola e fiduciosa. Credo che la sua situazione psicologica non vada assolutamente medicalizzata. Le può essere invece molto utile un percorso psicoanalitico profondo che le permetta di ricostruire la sua esistenza dai primi momenti del percorso esistenziale fino al momento attuale dandole la possibilità, portando alla luce l’inconscio di darle una concatenazione accurata degli eventi profondi che hanno contrassegnato il suo essere. La saluto cordialmente.