Caro dottore sono ormai sui sessanta anni e da due tre anni accuso difficoltà a dormire e una forte ansia al mattino che si attenua nel corso della giornata fino a rifarsi viva al momento in cui devo andare a letto. Premetto che vivo solo e che questi sintomi sono comparsi poco dopo il mio pensionamento. Non capisco di che si tratta, la mia salute va bene e non sono uno di quelli che si fa continuamente gli esami e i controlli. Il medico mi ha suggerito dei farmaci per riposare la notte ma io non voglio diventarne schiavo, so che danno dipendenza e vorrei fare da solo. Mi potrebbe chiarire i motivi di queste paure senza ragione e come posso fare ad uscirne solo con le mie forze?. Saluti cordiali, la ringrazio se vorrà rispondermi.
Salve pur rilevando che lei non mi ha scritto riguardo ai suoi primi 60 anni le risponderò in quanto mi arrivano molte lettere fondamentalmente su questa tematica, anche se ovviamente declinate in modo diverso in quanto ognuno ha la sua soggettività.La dialettica pulsionale articolata sulle forze di eros e thanatos, sessualità e morte, segue ovviamente un decorso caratteristico per cui, mentre la vitalità e la forza biologica sono al massimo grado nei giovani, tendono a decrescere con l’evoluzione anagrafica,e, nel soggetto che vive la parte finale della sua esistenza, sarà invece lo spettro della morte a farsi vivo con maggiore insistenza . Credo che le ansie del mattino e quelle che si sviluppano prima di coricarsi siano appunto angosce di morte che si presentano in quel momento della giornata in cui lei si corica e si sviluppano per l’apparentamento sonno- morte, e al mattino quando si trova ancora in una fase narcisistico-regressiva, tendendo a scomparire quando riprende il contatto con la realtà del mondo esterno che la sottrae alle fantasie angosciose.E’ possibile pensare che l’ultima fase della nostra vita sia idonea a sviluppare tali angosce per il venir meno della sessualità, per la ridotta possibilità di poter effettuare progetti e perchè ormai le possibilità di mutamento sono ridotte al minimo , in quanto di tratta di previsioni di cambiamento solo a breve termine. Nel suo caso anche il pensionamento con il suo carico simbolico, può aver contribuito in modo non indifferente.Ecco che,in assenza di una fede ultraterrena, per la persona avanti negli anni , il “carpe diem” e l'”hic et nunc” diventano l’unica filosofia possibile del vivere.Le consiglio di non usare farmaci ma di provare a coltivare interessi nuovi, cercare di socializzare nel modo più ampio possibile e di ricorrere e di coltivare lo strumento ipnotico- meditativo , che, attraverso la trance, è capace di farle vivere profondamente il presente. Un cordiale saluto. Antonio