Gentile dottore, ho letto la lettera che le ha scritto il professionista di 56 anni e anche io mi trovo in una situazione psicologica similare. Vorrei conoscere però una sua opinione sul tema della felicità di cui tanto si parla. Lei pensa che sia qualcosa di perseguibile, se non per brevissimi momenti nella vita, oppure se una esistenza, anche soddisfacente , debba giocoforza contare su sentimenti attenuati, tipo assenza importante di affanni dolori dispiaceri…. Arrivati alla mia età, può essere considerato un buon traguardo vivere una serena accettazione della mortalità umana senza che la vita si sia rivelata poi quel granchè di cui spesso si sente parlare?