Gentile dottore, le scrive una moglie disperata, la mia famiglia si trova in una situazione che definire critica mi sembra poco. Dalle risposte che lei ha dato alle lettere che le mandano, purtroppo credo che, anche nel mio caso,non si possa fare molto perché il comportamento strano che rischia di mandare all’aria la nostra bella famiglia è quello del mio amabile consorte che ha il deprecabile vizio del gioco. Quale? Tutti, slot-machines, videopoker, bingo, la sera poi spesso si ritrovano con gli amici a casa ora dell’uno ora dell’altro a giocare. Purtroppo questa mania dannata è passata come un ciclone sulle nostre risorse economiche e ,piano piano, abbiamo dovuto vendere una casa di mia proprietà e altri beni, anche se poi ciò che possedevamo non era molto. A volte ha dei momenti di lucidità e me lo trovo a piangere disperato e a promettere che non risuccederà , per qualche giorno non esce di casa la sera, poi tutto ricomincia. Si comporta come se fosse un drogato,diventa inquieto, lo vedo che ricomincia ad agitarsi e nessuno lo ferma più. I ragazzi sono ancora adolescenti ma hanno più giudizio di lui e hanno capito tutto. In famiglia lavoriamo sia io sia lui anche se la mattina ,quando ha fatto nottata, non capisco come faccia, e, a volte, non ce la fa proprio.Ora il problema è che lui di farsi curare non parla assolutamente, dice che ce la farà da solo, che non è una malattia, che non mi devo preoccupare, ma la cosa va avanti ormai da troppo tempo ed io non ho più fiducia, lei che ne pensa? La ringrazio se vorrà rispondermi. M.N.
Cara signora, prima di entrare nel discorso specifico,mi sembra importante effettuare una disamina generale del problema. Per molte persone, infatti, numerosi giochi d’azzardo tra quelli elencati sono piacevoli passatempi, in taluni casi occasionali e in altri abituali, ma anche in quest’ultimo caso non significa che il gioco sia necessariamente patologico, dal momento che non è la quantità il fattore discriminante del problema. Esiste cioè un continuum tra gioco d’azzardo ricreativo e gioco patologico e, in relazione alle motivazioni, sono state distinte le seguenti tipologie di giocatori (Alonso Fernandez F., 1996, Dickerson M., 1993): 1) Il giocatore sociale che è mosso dalla partecipazione ricreativa, considera il gioco come un’occasione per socializzare e divertirsi e sa governare i propri impulsi distruttivi; 2) Il giocatore problematico in cui, pur non essendo presente ancora una vera e propria patologia attiva, esistono dei problemi sociali da cui sfugge o a cui cerca soluzione attraverso il gioco; 3)Il giocatore patologico in cui la dimensione del gioco è ribaltata in un comportamento distruttivo che è alimentato da altre serie problematiche psichiche; 4)Il giocatore patologico impulsivo/dipendente in cui i gravi sintomi che sottolineano il rapporto patologico con il gioco d’azzardo sono talvolta più centrati sull’impulsività e altre volte sulla dipendenza. Il gioco d’azzardo patologico, di cui si tratta in questa lettera e che ci interessa di più a livello psicologico, si configura come un problema caratterizzato da una graduale perdita della capacità di autolimitare il proprio comportamento di gioco, che finisce per assorbire, direttamente o indirettamente, sempre più tempo, creando problemi secondari gravi che coinvolgono diverse aree della vita. E’ stato da me inserito nel paragrafo delle ossessioni per la fissità ideativa ma va catalogato più o come disturbo impulsivo (piuttosto che compulsivo,perché in esso è assente l’angoscia della compulsione) o come disturbo da dipendenza Si può parlare infatti di una vera e propria “dipendenza dal gioco d’azzardo” se sono presenti sintomi di “tolleranza”, come il bisogno di aumentare la quantità di gioco, sintomi di “astinenza”, come malessere legato ad ansietà e irritabilità associati a problemi vegetativi o a comportamenti criminali impulsivi e sintomi di “perdita di controllo” manifestati attraverso incapacità di smettere di giocare. Se invece prevalgono altri sintomi maggiormente legati al deficit nel controllo degli impulsi, il comportamento di gioco patologico è catalogabile come impulsivo. Il gioco ha la funzione di innescare l´emozione e l´eccitazione del rischio, che è tanto più forte quanto più alta è la posta: anche se queste persone sanno perfettamente come funziona il mondo del gioco d´azzardo, continuano a giocare senza fermarsi, che stiano vincendo o perdendo, finché non hanno perso tutto quello che potevano giocare. Per questo molto spesso si dice che chi è malato di gioco d´azzardo in realtà non gioca per vincere ma per perdere. I giochi che sembrano predisporre maggiormente al rischio sono quelli che offrono maggiore vicinanza spazio-temporale tra scommessa e premio, quali le slot-machines e i giochi da casinò, ma anche i videopoker e il Bingo. L’autoinganno e il ricorso a ragionamenti apparentemente razionali assumono la funzione di strumenti di controllo del senso di colpa e innestano ed alimentano un circolo autodistruttivo in cui se il giocatore dipendente perde, giustifica il suo gioco insistente col tentativo di rifarsi e di “riuscire almeno a riprendere i soldi persi”, se vince si giustifica affermando che “è il suo giorno fortunato e deve approfittarne”, sottolineando una temporanea vittoria che supporta, attraverso una realtà vera ma alquanto instabile e temporanea, questa affermazione interiore o esteriore. Lo stato mentale di un giocatore patologico è pertanto estremamente diverso da quello di un giocatore anche assiduo non patologico e si caratterizza per il raggiungimento di uno stato similare alla sbornia, con una modificazione della percezione temporale, un rallentamento o perfino blocco del tempo, che nasce da una tendenza a raggiungere uno stato alterato di coscienza completamente assorbiti, fino ad uno stato di estasi ipnotica, dal gioco. Talvolta questa condizione della mente è favorita da un reale consumo di alcolici o di altre sostanze, associato al gioco, che alimenta la perdita di controllo della propria condotta. Il problema di dipendenza dal gioco può essere segnalato da comportamenti di vario tipo:un eccessivo assorbimento in attività dirette o indirette (programmi di gioco, pensieri su come procurarsi denaro, ecc.) legate al gioco d’azzardo; il bisogno di aumentare la quantità di denaro con cui si gioca per raggiungere livelli di eccitazione desiderati; tentativi ripetuti ma infruttuosi di interrompere, ridurre o controllare il proprio comportamento di gioco d’azzardo; ansia o irritabilità quando si tenta di controllare o ridurre il gioco d’azzardo; tendenza ad utilizzare il ricorso al gioco d’azzardo per ridurre stati affettivi negativi (colpa, impotenza, depressione, ecc.) o per fuggire a problemi; tendenza a ritornare al gioco per rifarsi dalle perdite precedenti; propensione a mentire sul proprio comportamento di gioco; perdita reale o grave rischio di perdita, a causa del gioco d’azzardo, di una o più relazioni importanti oppure compromissione del lavoro; ricorso a comportamenti illegali quali furti, frodi, baro, falsificazione; richiesta ad altri di denaro necessario per rimediare alla propria situazione finanziaria più o meno disperata a causa dei debiti di gioco. Cosa fare a questo punto? Possiamo solo sperare che in suo marito si crei una consapevolezza delproprio stato che lo spinga a ricercare un aiuto. I farmaci serotoninergici possono essere proficuamente impiegati ma,in questi casi, può essere particolarmente utile un trattamento ipnotico per sostituire progressivamente la trance da gioco con la trance ipnotica, a cui far seguire,se esiste una disponibilità e un buon insight, un lavoro psicoanalitico che permetta di elaborare le dinamiche profonde alla base del problema.