Gentile dottore, sono una giovane donna da poco in attesa del primo figlio. Nell’adolescenza ho sofferto di crisi bulimiche e anoressiche anche se non intense e che come carattere sono sempre stata un pò “fissata” sulle cose, mi prendeva la paura quando sto in mezzo alla gente, mi sentivo spesso non all’altezza della situazione insomma vedevo gli altri sempre meglio di me..Mio marito, con il suo affetto, mi ha dato un po’ di sicurezza e finora con lui sono stata abbastanza bene. Ora la gravidanza mi ha scatenato la crisi. Appena avuto la notizia che ero incinta mi sono messa a casa (tra l’altro il mio lavoro era faticoso) ed ora sono passati circa due mesi e sto sempre peggio. La mattina sono depressa e mi capita, specie quando mio marito è al lavoro, di andare in bagno spesso a lavarmi le mani come se avessi la paura di infettare il bambino e poi controllo se vedo perdite di sangue e osservo se il mio intestino funziona regolarmente e altre cose che non sto a dirle. All’inizio mi succedeva poco poi sempre più spesso ora è diventata un’ossessione . Mi capita di avere anche difficoltà ad uscire di casa da sola, mi sembra che la gente mi guardi e devo nascondermi dietro un paio di occhiali neri e chiedere a mia madre se mi accompagna,.Ho il terrore anche della più piccola febbriciattola perché ho paura di contagiare la mia creatura. Soprattutto quello che mi fa male è che vedo tante donne in attesa che mi sembrano l’emblema della felicità e non capisco allora perché mi sento così.Sono davvero strana e ora sono preoccupata per i mesi futuri .Che mi succederà’? L.M.
Cara signora, la depressione pre- partum esiste come quella post- partum,anche se meno conosciuta o pubblicizzata, ed è importante intervenire rapidamente.Ricordiamo che Winnicot parlava di”preoccupazione materna primaria” per sottolineare la vulnerabilità psichica della madre e le sue incertezze circa la salute e l’integrità del futuro figlio. E’ quindi un problema di quantità, nel senso che si può parlare di situazione conflittuale quando vi è una tale accentuazione dei disagi che la madre diventa depositaria di una vera e propria sofferenza psichica con chiara depressione e sintomi fobico-ossessivi. Nel suo caso, in base a quanto scrive, sono ipotizzabili situazioni conflittuali pregresse che traggono origine dalle relazioni primarie. Ipoteticamente posso pensare, cioè, che la situazione sia emersa in un modo più evidente e marcato quando lei, diventando madre, ha, inconsciamente, innescato un confronto più diretto con la “imago” materna, rimossa,con caratteristiche persecutorie,la quale aveva già dato manifestazioni di sé a livello corporeo nel periodo anoressico (attacco al simbolo del suo diventare donna) e che è probabilmente alla base delle sue fobie sociali e delle sue carenze di autostima . Ad essa agisce da contrappeso la presenza di suo marito come figura materna buona, soterica, con funzioni protettive e rassicurative. Data la situazione,ovviamente dopo aver ben valutato la sua soggettività, diversificherei l’intervento, optando inizialmente per un lavoro ipnoterapeutico o ipnoanalitico per fronteggiare la sintomatologia nei suoi aspetti più pressanti e decidere, in base alle sue caratteristiche peculiari, se decidere di svolgere un lavoro psicoanalitico profondo o una psicoterapia maggiormente orientata all´esame di realtà.