Forse piano piano senza accorgermene lo sono diventato, alcolista intendo. Sono sui 40 anni, scapolo con tante storie di sesso e relazioni che dopo poco sono finite tutte per un senso di vuoto e di morte che provavo. Sento che dentro di me esiste una onnipotenza del vivere e, d´altra parte mi rendo conto che la vita è poca cosa, che non facciamo altro che cose banali, una cena con gli amici, un cinema, la televisione sempre noia e diventi ogni giorno più vecchio. Solo una cosa mi dava sollievo, il fatto che, quando andavo a tavola potevo bere e ora mi accorgo che cercavo di mangiare poco perchè l´alcol mi facesse più effetto. Entravo in una specie di imbambolamento e la vita mi sembrava anche divertente.Con il tempo ho cominciato a bere anche fuori dai pasti per avere quell´effetto come anestetico, uno scacciapensieri che mandava via angosce e depressioni. Ormai credo di esserne schiavo, la mattina un grappino a colazione perchè il mondo mi faccia meno schifo e poi il vino ai pasti e il pomeriggio e la sera altri superalcolici. Anche il mio carattere è cambiato, sono diventato litigioso e non sopporto più la gente. Il mio medico mi ha detto che, a questo punto, un ricovero è necessario perchè il mio fisico non ce la fa più, comincio ad avere tremori e la lingua sempre impastata, ma la mia è una brutta depressione, almeno credo, come faccio a smettere, ora ho anche perso il lavoro,cosa si può fare in casi come il mio?
Alla base dell´alcoolismo vi sono indubbiamente dinamiche complesse che sono associate a diverse modalità di assunzione dell´alcool.Comunque la struttura che viene maggiormente indebolita dall´alcool è la struttura censoria, di controllo,il Super-io(parte della mente solubile in alcool). Gli alcoolisti hanno una personalità contrassegnata da fissazione libidica a livello orale e da valenze narcisistiche. Nel suo caso sembra che il problema sia legato proprio a quella onnipotenza del vivere a cui il suoio fatica a tener testa, per cui viene aspramente rimproverato dal super-io che gli addita quanto egli, nel suo vivere, sia lontano dall´io-ideale: ecco la matrice depressiva e ansiosa che viene lenita dall´assunzione del tossico.Spesso si trova nei soggetti, a livello inconscio, una omosessualità latente che viene disvelata dal potus.Molto importante è valutare se l´alcool viene usato per sostituire il rapporto con gli oggetti, come sembra essere nellla sua situazione o se invece viene adoperato per facilitarli, in questo ultimo caso la prognosi è migliore, come migliore certamente è per i bevitori conviviali rispetto a quelli solitari.Da osservare, infine, che nei bevitori periodici si osserva la ciclicità del disturbo bipolare e che le psicosi alcooliche hanno spesso una natura maniaco- depressiva. Nella sua situazione è importante intervenire subito. Il ricovero in una struttura specialistica con terapia adeguata sembra essere la soluzione migliore. Risultati confortanti sembrano possibili unendo l´uso di prodotti serotoninegici con farmaci antimpulsivi (vedi ad esempio il topiramato a partire da 50 fino a 200 mg.) Dopo la dimissione un trattamento ipnotico unito ad un lavoro psicoanalitico con elaborazione dell´onnipotenza strutturale potrà esserle indubbiamente di aiuto.